Il più classico dei 25 Aprile: amici, sole, trekking con annessa scorribanda in spiaggia. Insomma: l’esordio stagionale. Destinazione? L’antico borgo di Schiara.
Il più tipico dei 25 Aprile non può che iniziare nel più canonico luogo di partenza dei trekking spezzini che hanno come meta il mare: Campiglia. Un rilassante paesino appollaiato a 400m di altezza sopra il livello del mare che resta circa a metà tra la prima delle 5 Terre, Riomaggiore, e Portovenere. Qui le opzioni sono due: la prima è studiare in anticipo il sentiero da percorrere; la seconda seguirne uno dei milioni che scendono verso il mare: tanto qualunque si scelga, in questo angolo ligure, a godere sono sempre gli occhi. Stavolta, comunque, avevamo studiato: Sentiero 535 prima, 504 poi, che da Campiglia portano direttamente a Schiara. In discesa tutto viene irrisoriamente facile. Talmente tanto che, dopo aver superato il primo tratto caratterizzato da boschi e terrazzamenti e presa la deviazione che ci posa lo sguardo sulla meta, il primo tratto impegnativo del cammino, non battuto, dove il rischio scivolata è sempre dietro l’angolo, provoca soltanto amichevoli risate.
Tra uno scherzo ed una battuta, procediamo su viottoli e scalinate di pietra che ci accompagnano sempre più a picco sul mare: scorci di innata bellezza ligure! Ultimo tratto: un gruppo di casette, una volta usate dai pescatori, oggi per lo più abbandonate, ci attornia, quasi battendo la pacca sulla spalla per quella ripida discesa appena percorsa. Con nostra sorpresa, visto che la primavera ne aveva ancora per finire, gli scogli erano parecchi affollati: bambini, famiglie, anziani, ragazzi, barche, tutti sembravano aver avuto la medesima idea. Ritagliatici un piccolo spazietto, prendiamo, finalmente, il primo sole della stagione, appena sopra l’acqua, che, limpidissima, sembra aver la stessa colorazione del cielo. Azzurro! Non resta che risalire e si deve farlo necessariamente usando lo stesso sentiero, o, meglio, la stessa scalinata. Gradini alti e ripidi che devono esser stati sostituiti durante la nostra sosta in spiaggia, perché all’andata, giuro, non erano così. La voglia di ridere era chiaramente diminuita in proporzione inversa all’aumento della fatica. Tanta fatica. Una tra le salite più dure che abbia affrontato. Ma posso dire esserne veramente valsa la pena.
Il trekking a Schiara mi è piaciuto a tal punto da esser diventato il mio sentiero preferito. La morale, quindi, come in tante situazioni e aspetti della vita è: quello che pensi sia difficile per te in quel momento, alla fine scopri essere ciò che ti ha trasmesso un sacco in termini di emozioni e sensazioni; ed essendo così finisci per apprezzarlo anche più di ciò che all’apparenza sarebbe più semplice.
Alice Scalone
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