top of page

MONTE RAPINA (2027m) - La Sentinella della Majella

Il termine ‘Madre’ definisce una qualunque femmina genitrice di un figlio; e, in qualsivoglia accezione la si voglia ricomprendere, la figura di essa è da sempre preposta all’accudimento fisico e primario della propria progenie. La quale, una volta divenuta abbastanza grande, ribalta i ruoli e provvede lei stessa all’accudimento dell’anziana madre. Immaginate ora che, come ogni buon abruzzese impara a sapere e divulgare, la ‘mamma’ sia la Majella, intesa come il suo punto più alto: il Monte Amaro (2793m); e la sua progenie siano tutta quella serie di altre cime ‘minori’ che la circondano ed al contempo fanno parte del Massiccio, della famiglia. È una madre molto fortunata. Non ha solo tre figli, i ‘Tre Portoni’, pronti ad accudirla; bensì un guardiano, il Monte Pescofalcone, ed anche una sentinella, il Monte Rapina. Tutti la guardano, la controllano, e la proteggono dall’avventuriero che, negli anni divenuto sempre più bramoso di gloria personale, provi a salirla senza rispettarla o, peggio, deturpandola.

Il primo controllo da valicare, per far la conoscenza della millenaria ‘Mamma’, è, quindi, il Monte Rapina (2027m). Una vetta secondaria, poco conosciuta, del Massiccio della Majella, inclusa nella parte conclusiva della cresta settentrionale del Monte Pescofalcone, molto appariscente a causa della sua rada vegetazione ‘a macchie’ di pino mugo.

Non ci resta che iniziare a salire: benvenuti in Abruzzo, Benvenuti sulla Majella!

 

Partenza: SR per il Guado Sant’Antonio (1065m) – Contrada San Nicolao (Caramanico Terme, PE)

Snodi:

1) GUADO DI SANT'ANTONIO - RIFUGIO PAOLO BARRASSO

Il sentiero parte ufficialmente dal Guado Sant’Antonio (1250m): un parcheggio sterrato dal quale è possibile intraprendere più percorsi, di diverse difficoltà e per le più disparate mete. A causa delle pessime condizioni del manto stradale, però, dopo aver zigzagato tra buche e rocce per evitare che la macchina mi lasciasse a piedi, e fatto un fulmineo incontro con una lepre, ho posteggiato lungo strada a circa 1km dal Guado. In questi casi i piedi funzionano meglio delle ruote. E le gambe meglio degli ammortizzatori.

Guado Sant'Antonio - partenza sentieri


Dal piazzale partono due sterrate chiuse al traffico: una, in direzione est, scende nella Valle dell’Orfento; l’altra, in direzione sud, sale in direzione bivacco Barrasso – Monte Rapina. È lei. Iniziamo quindi a salire, giungendo, dopo pochissimi metri in dolce falsopiano, in località Macchialonga. Teniamo la destra sul Sentiero B3 e, costeggiando un antico (ed ormai in disuso) abbeveratoio, inoltriamoci in quelli che risulteranno essere gli unici metri di discesa fino alla vetta. La quiete prima della tempesta. La mulattiera solca il pendio erboso di Prato della Corte in maniera verticale. Interminabile. Per uno strano scherzo della natura la rada vegetazione sembra avvicinare la vetta. E la fatica respingerla. Pare quasi di camminare sulla Tela di Penelope. Risalita faticosamente la prima parte della valle e superato un piccolo costone, immersi nel caratteristico e verde manto erboso, però, iniziamo ad intravedere il bivacco. Incoraggiante visione.

Bivacco Paolo Barrasso

Il sole tedia il nostro fisico tanto quanto la costante salita. Ed i 20 minuti che ci separano dal rifugio sono al contempo faticosi e colmi di desiderio. Chissà se Paolo Barrasso, biologo a cui il bivacco è intitolato, provasse cotanta fatica tutti i giorni nel percorrere questi sentieri al fine di studiare la Majella e la sua fauna. Il Rifugio si trova a 1542m e la sua posizione, dominante la Val Pescara fino all’Adriatico, consente di ammirare tutta la catena del Gran Sasso nonché quella dei monti della Laga, del Velino e del Sirente.


2) BIVACCO PAOLO BARRASSO - CIMA MONTE RAPINA

La vegetazione 'a macchie' del Monte Rapina

Raggiunto il ricovero e consumata una doverosa sosta all’ombra, merce più unica che rara in questo trekking, valutate, in base alla vostra preparazione e conoscenza della montagna, la scelta da operarsi. Siamo di fronte alla faggeta che, ‘macchiandolo’, caratterizza l’aspetto del Monte Rapina: il sentiero tracciato continua la sua imperterrita salita sopravanzandola e spostandosi in cresta; tuttavia il manto erboso permette al contempo di aggirarla fuori traccia dal lato opposto o, addirittura, di addentrarsi in essa. A voi la scelta.

La cresta del Monte Rapina

Lasciato il bivacco alle spalle, il sentiero continua la sua ripida salita per scoscesi prati fino al crinale, a quota 1750m. La fatica ci ha letteralmente aperto la porta di quel cancello protettivo che è il Monte Rapina. Ora ci è permesso gustare di un panorama che spazia dal Mar Adriatico al Monte Amaro, cima principe della Majella, passando per le rinomate falesie della Valle dell’Orfento.

Indicando il Monte Pescofalcone

Sopra di noi, però, il Monte Pescolfalcone, incappucciato di nebbia, ancora ci è ostile. Accontentiamoci. La salita in larga cresta si fa leggermente più dolce. Gli occhi colmi di stupore alleviano la fatica. Slalomeggiamo come Tomba tra i pini mughi e nel farlo non possiamo non notare una lingua nevosa discendente dal Monte Amaro. Si tratta del nevaio semi-perenne della Valle dell’Orfento. Sebbene situato più a meridione del Gran Sasso e di elevazione poco più bassa, il Massiccio della Majella presenta infatti condizioni più favorevoli per lo sviluppo di formazioni nevose (le quali rappresentano un’importante riserva di approvvigionamento idrico per la zona). Cullati dal pensiero di un ghiacciaio a meno di 60km dal mare ed immaginando la sua passata magnificenza, raggiungiamo, in meno di mezz’ora, un dosso a quota 1950m, oltre il quale una vasta conca erbosa fa da contro altare alla cima ed alla retrostante dorsale del Pescofalcone. Seguendo la cresta, aggiriamo la conca sul lato sinistro ed affrontiamo l’ultimo tratto di salita (una passeggiata di piacere rispetto ai precedenti) fino alla sommità. ‘Monte Rapina 2027m’: un ometto segnavia circondato da fitti pini mughi batte la nostra mano. Ce l’abbiamo fatta, siamo in vetta!

Vetta del Monte Rapina (tra nebbia e sole)


3) CIMA MONTE RAPINA - GUADO DI SANT'ANTONIO

La discesa si percorre lungo l’esatta traccia della salita. Ciò permette dapprima di godere di tutta la Val Pescara nella sua interezza fino a scrutare Gran Sasso e Monti della Laga e poi della dirimpettaia catena del Morrone.

Pervenuti ormai al Guado in tempistiche quasi dimezzate rispetto all’ascesa, lasciamo per qualche metro il sentiero B3 per visitare una splendida costruzione in legno. Testimone dei tempi che furono, quando l’uomo era parte integrante del territorio, tra muretti in pietra, pascoli e faggete dove la pastorizia e l’agricoltura regnavano solitarie.

L’ultima mirabilia ci viene gentilmente offerta dalla vegetazione in località Macchialonga: un’esplosione colorata, data dal contrasto tra verde e giallo, solcata da detriti pietrosi, lacrime di sasso lasciate a testimonianza dell’ineluttabile potenza di madre natura.

Lacrime rocciose tra il verde ed il giallo

Arrivo: SR per il Guado Sant’Antonio (1065m) – Contrada San Nicolao (Caramanico Terme, PE)


Un trekking per entrare nelle grazie di ‘Mamma’ Majella facendo la conoscenza di quella vetta che ne è la sentinella: il Monte Rapina (2027m). Immerso nella sua particolare vegetazione, all’avventuriero è concessa la possibilità di spaziare dal Mar Adriatico al Gran Sasso, passando per la Valle dell’Orfento, il Monte Amaro ed il suo nevaio semi-perenne. L’Abruzzo in uno sguardo.

 

Dopo le parole è giunto il momento dei NUMERI!

 

COME ARRIVARE?

In macchina: percorrere autostrada A25 fino all'uscita di Alanno-Scafa - proseguire in direzione Caramanico Terme - alla rotonda del paese prendere la quarta uscita in direzione contrada di San Nicolao - imboccare una malridotta stradina asfaltata (sul lato sinistro della via) che termina al parcheggio di Guado Sant´Antonio.

Parking: è possibile parcheggiare gratuitamente al Guado.

Mezzi Pubblici: la partenza del sentiero non è raggiungibile con mezzi pubblici.

 

Ed infine: CONSIGLI UTILI:

Approvigionamento acqua: non sono presenti punti di approviggionamento d'acqua lungo il percorso.

  • Si consiglia vivamente una scorta di 2/3l di acqua (il sentiero è totalmente esposto al sole e la salita veramente impegnativa)

Aree Attrezzate/Punti Ristoro:non sono presenti punti ristoro lungo il percorso; bensì è possibile bivaccare all'interno del rifugio Paolo Barrasso (dotato di fornello a gas e stufa), rispettando le nuove norme anti-COVID19.

  • Buona Attrezzatura! è vivamente consigliato l'uso di racchette, cappello ed occhiali da sole.

  • Attenzione alla strada! è molto stretta (larga quanto una macchina), dissestata (presenza di buche e massi in mezzo alla carreggiata) e senza protezioni laterali.

  • In caso di nebbia e/o brutto tempo rimanete sulla traccia: Sentiero B3! il prato invita spesso ad uscire dal sentiero battuto, ma in caso di brutto tempo non fatelo: è facile perdere l'orientamento o, peggio, cascare in un canalone.

 

Traccia GPX:

Monte Rapina
.gpx
Download GPX • 39KB
 

,Grazie della lettura

! Alla prossima avventura

128 views0 comments

Recent Posts

See All
bottom of page