E’ un Golfo nevrastenico quello di La Spezia. Ha un carattere ed un’anima schizofrenica danzante tra un litorale che si specchia negli occhi meravigliati di migliaia di viaggiatori ed un entroterra che può sfuggire allo stupore del viandante che capir non sa il folle danzante spirito Spezzino.
812. Sono i metri che dividono la vetta del Monte Malpertuso dal livello del mare sottostante. Spartiacque. La sua cresta divide il mare di Vernazza dall’entroterra Val di Varino. Perfetta rappresentazione della Liguria in cui giace: ripide pendici e mare cristallino. Terra inospitale. Per chi non porge l’altra guancia. Per chi non sbilancia la ricerca del tenero sotto l’apparente durezza. Terra dalla difficile lavorazione. Non per chi, forgiato nell’asprezza ligure, ancora nella prima metà del ‘900 percorreva questi sentieri, oggi devoluti ad esercizio ludico sulle pendici della collina, per scendere da Pignone verso Vernazza (o Monterosso) al fine di vendere il prodotto campagnolo, o, ancora meglio, scambiarlo con quello costiero. L’escursione pesca tra il novero di sentieri che prendono il via da Pignone e, tra pini e castagni, percorrono parte di un’area carsica, sfiorando il sito archeologico del Castellaro, toccando la vetta del Monte Cravadora per poi sfociare sull’Alta Via delle 5Terre ed, in particolar modo, sul Monte Malpertuso.
Partenza: Pignone (SP - 182m)
Snodi:
1) PIGNONE - MONTE CRAVADORA
Due distinti sentieri collegavano il borgo di Pignone al mare, raggiungendo le attuali Monterosso al Mare e Vernazza. Del primo tracciato, traversante l’omonimo torrente, poco rimane, ed è, fin dai primi prassi, pressochè inagibile.
Non resta quindi che percorrere il Sent. 559. Seguendo la SP per qualche assolato tornante in direzione mare, ne troviamo lo ‘start’ sul lato sinistro della strada. A darci il benvenuto nel territorio Pignonese il ponte cinquecentesco dell'acquedotto e, qualche metro dopo, il mulino Calzetta, ora adibito dal CAI di La Spezia a Rifugio escursionistico. L’alluvione, che nel 2011 martoriò lo spezzino, ha lasciato cicatrici ben evidenti: il ponte è per metà crollato e l’attenzione non è mai troppa. Usatela! Da qui in poi sarebbe opportuno citare un ‘Lasciate ogni speranza, o’ voi che entrate!’ di Dantesca memoria. Dislivello. Tornanti. Fatica. Il sentiero si inerpica sulle pendici del Monte Cravadora, che non si lascia certo conquistare facilmente. I suoi 600 e rotti metri diventano così un Himalaya fatto di 450m di dislivello in poco più di 1km e mezzo. A farci compagnia un, ormai usuale ai tempi del COVID-19, branco di cinghiali e uno scoiattolo, che, non curante del pericolo umano, si è lasciato avvicinare. Seguiamo il crinale fino a toccare la lignea croce che sancisce la sommità della meta secondaria del trekking: il Monte Cravadora.
2) MONTE CRAVADORA - MONTE MALPERTUSO
Ormai da un paio di kilometri immessi sul Sent. 556, proseguiamo sull’antica via di collegamento tra la Val di Vara e le 5Terre. Una prima, seppur breve, discesa concede qualche istante di felicità a fiato e gambe. La più potente delle illusioni. Scorgiamo dinanzi a noi la meta: il Malpertuso. Bensì il sentiero continua a discendere ed il pensiero va soltanto alla salita che ci aspetterà poi, e che arriva puntuale all’appuntamento qualche metro dopo. Una sfida dopo l’altra: l’escursione prosegue in un fitto bosco, in costa. Sotto di noi cave e scarpate piene di roghi. Attenzione a non scivolare.
Non senza fatica, quindi, giungiamo in località Prato di Corno (730m), sfociando nel sentiero CAI 1 dell’Alta Via delle 5Terre che collega Levanto a Portovenere. Un’area picnic diroccata ed un malmesso cartello informativo CAI notificano l’entrata sulla Sella Malpertuso: avvolti da faggi e castagni, camminiamo sul crinale della collina potendo idealmente abbracciare con lo sguardo l’intera Val di Vara (fino al Monte Gottero sovrastante su di essa) ed il mare, controllato da due famose sentinelle: Vernazza e Monterosso. Le fronde degli alberi, purtroppo, impediscono una veduta pulita. Poco male.
3) MONTE MALPERTUSO - PIGNONE
Giunta l’ora di rientrare, e lasciato così alle spalle lo spartiacque che separa la costa dalla Val di Vara, percorriamo a ritroso la strada percorsa fino ad incocciare l’altro storico percorso che unisce Pignone (182m), piccolo centro della Val di Vara a Vernazza: il Sent. 556. Direzione Monte Castellaro. Qui, ormai, grazie a studi archeologici iniziati negli anni ’40, sappiamo essersi insediata una comunità a partire dall’età del bronzo. Le ricerche si sono concentrate nella prossimità della vetta ed hanno permesso di riconoscere le tracce di una frequentazione che si estende fino all’epoca romana. Ai lati del sentiero possiamo notare le evidenze di tal esistenza costituite dai materiali rinvenuti: contenitori ceramici, oggetti di metallo, ambra e pietra, ornamenti in bronzo come la ‘fibula’ (spilla), ‘farmilla’ (bracciale) o il bottone conico tipico del costume dei Liguri del tempo. Oltre ciò, particolare è la totale integrazione tra contesto ambientale e morfologico, caratterizzato da fenomeni carsici epigei (i famosi ‘campi a massi’: cavità naturali create da più rocce sovrapposte), ed attività antropica.
A tal proposito è possibile vedere durante il percorso una grotta nella parte sommitale del Castellaro guardante a Corvara, la cui parte anteriore è parzialmente crollata impedendone l’entrata, delimitata da una struttura di muretti a secco che fa pensare fungesse da abitazione. Camminando nel bel mezzo di questo excursus di storia locale, e stando attenti a non scivolare sui caratteristici muschi della zona, ci ritroviamo al punto di partenza: Pignone. Qui non manchiamo però di concludere l’escursione visitando la ‘Grotta dell’Onice’, cavità scoperta durante gli scavi per l'estrazione della calcite cristallina, la quale dà riparo al geotritone, al nipharus e alcuni pipistrelli del genere vespertilionide. Ora abbiamo davvero finito: Pignone ci ha riservato dapprima fatica, poi stupore ed infine curiosità di storia e geomorfologia ambientale del territorio.
Arrivo: Pignone (SP - 182m)
Dopo le parole è giunto il momento dei NUMERI!
COME ARRIVARE?
In macchina: segui A15/E31 fino a Brugnato. Prendi l'uscita Brugnato-Borghetto V. da A12/E80 - Segui SP566 e SP34 fino a Pignone. Parking: E' possibile parcheggiare gratuitamente in località. Bus: è possibile raggiungere la zona con l'autobus di linea che collega La Spezia a Pignone.
Ed infine: CONSIGLI UTILI Approvigionamento acqua: fontanella pubblica a Pignone
Aree Attrezzate/Punti Ristoro: varie locande a Pignone aperte tutto l'anno
Essendo sia l'approviggionamento di acqua che i punti ristoro dislocati esclusivamente al punto di partenza ed arrivo del trekking (Pignone), è consigliabile portare con sè vivande per il non lungo, ma tosto, percorso.
Per scaricare la traccia GPX: https://www.outdooractive.com/it/route/sentiero-alpinistico/cinque-terre-golfo-dei-poeti/monte-malpertuso/166893036/
Vi lascio con il video del trekking, edito da @matteotognetti!
Grazie della lettura,
Alla prossima avventura!
コメント