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EREMO DI SANTO SPIRITO A MAJELLA

Terra selvaggia, l’Abruzzo. Terra di marinai, contadini e montanari. Terra di Eremi. Luogo prescelto dalla religione per la pace e tranquillità, per l’isolamento e la totale fusione con il natural creato. Qui sorgono, quindi, numerosi trekking e sentieri a tema religioso sia legati a miracoli sia a vite di santi sia a santuari. L’Eremo di Santo Spirito è uno dei luoghi di culto più importanti della Majella. Eretto già prima dell’anno 1000 d.C., deve la sua fortuna a Pietro da Morrone (Papa Celestino V), il quale riscoperse il luogo ascetico ristrutturando l’edificio e stabilendosi qui con alcuni eremiti. Oggi non più abitato e visitabile nella sua quasi totalità, è ben raggiungibile sia dalla provincia di Chieti, che da quella di Pescara: il turista, una volta giunto in zona Roccamorice (PE), troverà precise indicazioni ad attenderlo, essendo quello di Santo Spirito uno dei pochi eremi abruzzesi ad essere tranquillamente raggiungibile anche in auto. Terra selvaggia, l’Abruzzo. Terra di Eremi. Andiamo alla scoperta di uno di essi: l’Eremo di Santo Spirito a Majella.

 

Partenza: Roccamorice - Pescara (536m)


530 metri circa, miranti la ‘Mamma’, come la chiamano gli abruzzesi. Conosciuta ai più come il gruppo montuoso della Majella. 926 abitanti. Patria di numerosi scalpellini che hanno dato lustro non solo al comune, ma anche alla regione e si sono distinti a livello internazionale. Roccamorice è un piccolo paese situato nella provincia di Pescara a cui il creatore ha assegnato il millenale compito di separare le valli dei fiumi Lavino e Avinello. Luogo incantevole, pacifico e caratteristico dal fascino tipicamente medioevale, che offre una molteplicità di attrazioni, sia dal punto di vista storico e religioso che paesaggistico.

Roccamorice

Il Trekking di oggi parte qui, incastonato fra silenti boschi e sprazzi di medioevo. Lasciata la macchina nel parcheggio alle spalle della piazza di ingresso del comune di Roccamorice, passeggiamo tra le strette vie ciottolose del suo centro storico: le splendidamente rustiche case in pietra, il castello, e l’immancabile e maestosa torre spostano le lancette indietro nel tempo. Sembra quasi di esser tornati a quando Pietro da Morrone soggiornava negli ostelli borgatari pronto ad isolarsi, insieme ad alcuni eremiti, all’Eremo di Santo Spirito. Poco prima di uscire dal centro abitato incontriamo la Chiesa di San Donato, costruita nel XIV secolo, e la Chiesa del Barone, eretta invece nel XVI secolo. Usciti da Roccamorice continuiamo sulla strada asfaltata (ahimè, costante e pecca della salita all’Eremo) fino ad intercettare, dopo circa 100m, un primo bivio: teniamo la destra. Collocati poco fuori dal paese il cimitero ed un distributore di carburanti (merce rarissima in zona): superiamoli. Il percorso non ha qui molto da offrire, ne in termini panoramici, ne in termini storico-culturali. Intercettiamo finalmente una carrareccia che sale per circa 300m fino a raggiungere la frazione di Case Pagliai. Qui siamo obbligati a tornare sulla strada asfaltata. Seppur brevemente. Dopo 100m infatti arriviamo al secondo bivio: teniamo ancora la destra su una strada sterrata che in 2km condurrà al bivio ‘degli Eremi’ (a sinistra per l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, a destra per il ‘nostro’ Eremo di Santo Spirito a Majella). Percorsi 2km in un fitto bosco di querce e castagni, la strada si stringe a sale in direzione di Macchie di Coco, costeggiando sulla destra il vallone di San Bartolomeo, fino ad incocciare nel Sentiero dello Spirito del Parco Nazionale della Majella. Purtroppo non è la via odierna da seguire (anche se rimane un progetto davvero interessante!). Arrivati a Macchie di Coco, all'uscita del sentiero si intercetta la strada asfaltata, si volta a destra e si segue la via in direzione Eremo di Santo Spirito a Majella.

Arrivati in loco agli inizi di un afoso marzo, mai ci saremmo aspettati la presenza della regina dei monti: la neve. La sera prima il tempo aveva deciso di vestire la ‘Mamma’ ed i suoi protetti di un abito candido, luccicante e spesso quasi 30cm. La facile salita all’Eremo si complicava maledettamente. Se non altro per la nostra incuria nello scegliere i materiali (scarpe da ginnastica e abiti non pesanti, assolutamente inadatti alla nevosa visita) e l’ignoranza nel conoscere lo stato del percorso prima d’affrontarlo. Un errore da veri principianti. Essendo comunque una giornata primaverile, soleggiata e che volevamo dedicare alla scoperta di quest’angolo nascosto di Abruzzo, decidiamo di procedere comunque, accettando la rischiosa e non remota possibilità di creare un’eco-sistema fluviale all’interno dei calzari. Armatici di coraggio e sacrificando le nostre scarpe alla dea bendata, ci inoltriamo nell’asfalto che solca il bosco in direzione Eremo. E fin da subito, il problema neve svanisce nel meraviglioso contorno che accompagna il nostro passo. Anzi, capiamo come il bianco rivestimento non sia un grosso impedimento, bensì doni un’aria regale a quel bosco silenziosamente rumoroso. Le alte falesie della ‘Parete dell’Orso’ (paradiso degli scalatori, esse sono una delle palestre di roccia più apprezzate del centro Italia) si stagliano sulla sinistra e proteggono la vallata ed i suoi abitanti dalle intemperie. Non siamo soli. La vita scorre intorno a noi. Non si vede ma si sente, si odora.

'Mamma' Majella

Di lei vediamo solo le tracce. Orme di lupo, solitario, che, a giudicarne la freschezza, ci precede di qualche ora soltanto. Che spettacolo! Fatichiamo, resistendo alle trappole scivolose che le nostre scarpe insieme alla neve ci presentano, per 6km circa, fino a giungere al curvone che immette direttamente nel giardino adiacente l’Eremo. Siamo arrivati! Prima però di concederci la visita al silenzioso e solerte santuario, vale la pena alzare lo sguardo: tra le pendici della Valle sbucano i 2797m del Monte Amaro, punto più alto della Majella. Insomma, un cannocchiale naturale puntato direttamente sulla ‘Mamma’.


L’Eremo, parzialmente scavato nella roccia, è composto da più edifici: la Chiesa (visitabile gratuitamente), sotto la quale troviamo la grotta dove vissero i primi eremiti; il Monastero (visitabile al prezzo di $2,50), all’interno del quale è ancora percorribile la "Scala Santa" che conduce a due balconate rocciose dove, con ogni probabilità, restavano in preghiera i monaci; ed infine il Corredo Liturgico (incluso nel biglietto) risalente al XIX secolo quando gli edifici furono riaperti al culto dopo un periodo di abbandono dell’eremo: in particolare il portale in legno è del 1894 e all’interno vi sono conservate tele e pitture che rappresentano la Vergine, lo Spirito Santo nel Cenacolo, una statua del Cristo e un Busto di Celestino V.

Arrivo: Eremo di Santo Spirito a Majella (1169m)


Si conclude qui un trekking sui generis, inasprito ed abbellito dalla presenza della neve, in loco medievalmente silenzioso alle pendici della Majella. Consigliato!

 

Dopo le parole è giunto il momento dei NUMERI!

 

COME ARRIVARE?

In macchina: A25 Roma-Pescara, uscita Alanno-Scafa, si segue la direzione San Valentino e Roccamorice. Da Roccamorice si segue la segnaletica Fonte Tettone / Blockhaus, dopo circa 4 km di tiene la destra seguendo la segnaletica per l’Eremo di Santo Spirito / Eremo di San Bartolomeo.

Parking: è possibile parcheggiare a poca distanza dalla strada terminale.

Bus: è possibile raggiungere Roccamorice da Chieti e da Sulmona con autobus di linea.

 

Ed infine: CONSIGLI UTILI:

Approvigionamento acqua: presenza di una fontanella d'acqua sotto la Falesia dell'Orso.

Aree Attrezzate/Punti Ristoro: è possibile fare picnic in un'area attrezzata non lontano dall'Eremo (5min circa) / mentre non ci sono punti ristoro lungo il percorso.

  • Attenzione all'attrezzatura! In inverno è una zona molto nevosa: comportatevi di conseguenza.

  • Per il solito motivo sono logicamente obbligatorie gli pneumatici invernali per giungere in loco.

 
 


Grazie della lettura,

Alla prossima avventura!

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