‘Non minus est Sextus collatio ad pulchritudinem de Trentino sororibus Dolomites’: avrebbe scritto Cicerone (in un latino un po' arrangiato) qualora il trekking fosse stato nei suoi interessi ludico-sportivi. Se, poi, le Tre Cime di Lavaredo attirano la maggior parte delle attenzioni del turista nel bellunese, il dado è tratto: questo piccolo angolo di paradiso, il Vallon Popera, ti viene servito su un piatto anticonformista d’argento. Un piatto molto ricco. La conformazione del territorio, infatti, sembra adattarsi perfettamente ad ogni età e livello di preparazione: ci sono alte falesie e campanili da scalare per chi ama arrampicate e ferrate; sentieri e carrarecce che la montagna ha concesso si adagiassero dolcemente sopra i suoi fianchi, ed altri che invece l’uomo si è preso con la ‘forza’, a suon di tornanti e dislivello. Insomma, ce n’è per tutti i gusti: Benvenuti sul gruppo montuoso del Popera!
Scopriamo quindi, attraverso questo trekking, le sorelle, meno conosciute, delle 3Cime.
Partenza: Rifugio Italo Lunelli (1568m)
Snodi:
1) RIFUGIO LUNELLI – RIFUGIO BERTI
Controllata un’ultima volta la cartina, sistemate le ultime cose in macchina, siamo pronti: si parte! Sent. 101. I primi metri li camminiamo nel piacevole bosco di Selvapiana. Piacevole perché fuori, il sole già picchia furioso, pur essendo mattina presto. Gaudio di breve durata, ahimè.
Dopo pochi minuti si è catapultati nel alveo del Risena con la sua caratteristica roccia tendente al bianco atta a svolgere la funzione di catarifrangente oltre che di meraviglia della natura. Sopravvissuti anche al ‘ma devo arrivare fin lassù?!’, pensiero che assale ogni avventore della montagna alla prima vista della sagoma del Rifugio Berti, il sentiero inizia a salire, inizia a presentare tutti i suoi tornanti e tutto il dislivello. Il panorama, non serve che ve lo dica, è mozzafiato. Immaginate che la montagna vi stia abbracciando: il suo braccio sinistro sono le alte falesie della Cima dei Colesei (prende il nome da queste strutture fortificate utilizzate dai soldati durante la Grande Guerra per controllare il territorio) mentre il destro i campanili di Selvapiana e di Popera, tra i quali svetta l’omonima cima con i suoi 2707 metri. Cullati, quindi, da questa visione, che allevia la tanta fatica (il sentiero tira veramente molto!), e rinfrescati dai tanti salti che le acque del Risena compiono tra i vari tornanti, arriviamo al Rifugio Antonio Berti (1950m). E, se prima vedevamo solamente le braccia della montagna, ora si vede tutto, e tutto è compreso tra l’imponenza di Cima Undici (3090m) e la Croda Rossa di Sesto (2995m).
2) RIFUGIO BERTI – EX RIFUGIO SALA (PUNTO BELVEDERE)
Consumata una rapida ma doverosa sosta al Rifugio Berti è tempo di ripartire: sent. 122. Salendo lungo quello che abbiamo immaginato essere il braccio sinistro della montagna, dopo un primo tratto molto aperto, dolce e in una salita veramente irrisoria confronto alla precedente, il sentiero passa in costa: qui fermiamoci qualche secondo ad ammirare il panorama su tutta la Val Comelico…Chapeau!
Ora però riponiamo per qualche istante la meraviglia (e le macchine fotografiche) in un cassetto perché bisogna prestare attenzione: il sentiero si assottiglia e sotto di voi c’è un salto di almeno 500 metri, per cui teniamoci alla corda d’acciaio e con passo svelto e senza esitazioni superiamo quest’unico tratto esposto del trekking. Giusto alla fine di questo piccolo passaggio ci troviamo di fronte all’Ex Rifugio Olivo Sala, il quale, incastonato come un diamante nella roccia, ha ospitato i soldati durante le due guerre mondiali, salvo poi essere dismesso dopo la costruzione del Rifugio Berti. A questo punto, salendo lateralmente a questa meraviglia ingegneristica ci affacciamo sul punto belvedere, il giro di boa del nostro cammino: da qui è possibile ammirare il gruppo del Popera in tutta la sua magnificenza.
3) BELVEDERE – LAGHETTO POPERA
Ora è tempo di scegliere. Salita alla forcella o discesa al Rifugio Berti? Il tempo stringe, ma ne rimane abbastanza per intraprendere una via di mezzo: il Laghetto Popera. Non seguiamo, così, nessuno dei due sentieri, ma, incamminatici in uno dei tanti viottoli che dal Punto Belvedere scendono la montagna, seguiamo la variante che ci porta al Lago. Il tratto di sentiero, seppur in viottolo (ergo: bisogna camminare uno dietro l’altro) si sviluppa a mezzacosta ed in falsopiano rendendo piacevole la camminata. Il Laghetto è veramente -etto, ai limiti del –ino, ma nelle sue acque verdastre si specchiano ridondanti di maestosità tutte le vette sopracitate.
4) LAGHETTO POPERA - RIFUGIO LUNELLI
‘Quando arrivi in cima, non ti resta altro da fare che scendere’ disse Freddy Mercury. Ed a noi, come sosteneva il compianto frontman dei ‘The Queen’ non resta veramente altro che scendere. E, se la discesa dal Lago al Rifugio ‘Berti’ è semplice, piacevole, e gentile con i nostri arti inferiori, quella dal ‘Berti’ al Rifugio ‘Lunelli’ è tutt’altra cosa: la montagna sembra quasi arrabbiata per la nostra violazione in ascesa e, di comune accordo con le gambe, ci presenta il conto di una discesa non meno faticosa della salita svolta in mattinata. Arrivati alla macchina ce ne andiamo da questo posto con le gambe pesanti e stanchi ma con il cuore e la testa gonfi di pace e gli occhi pieni di meraviglia.
Arrivo: Rifugio Italo Lunelli (1568m)
Dopo le parole è giunto il momento dei NUMERI!
Lunghezza: 7,6 km
Durata: 4h35
Dislivello totale: 1188m (A: 594; D:594)
Difficoltà: EE
Punto più alto: Belvedere (2153m)
Punto più basso: Rifugio Lunelli (1568m)
Periodo consigliato: estate
Coordinate:
Geografico 46.633277, 12.418468 UTM 33T 302402 5167650
COME ARRIVARE? In macchina: Autostrada A27, uscita Ponte nelle Alpi - prend e continua su Strada Statale 51 di Alemagna/SS51 fino ad Auronzo di Cadore - segui SP532 e Via Valgrande fino alla tua destinazione a Comelico superiore.
Parking: Il rifugio non ha un vero e proprio parcheggio, ergo: bisogna parcheggiare su strada.
Mezzi Pubblici: questo percorso non è regolarmente raggiungibile con i mezzi pubblici (quantomeno dalla partenza al rifugio Lunelli; bisognerebbe partire dalla strada provinciale che collega Padola a Sesto, o da uno di questi due paesi).
Grazie della lettura,
Alla prossima avventura!
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